La realtà virtuale permette di imparare in maniera diversa rispetto a leggere un libro, guardare un documentario o seguire una lezione in classe. Se poi a questi ci aggiungiamo anche la possibilità di creare un ambiente interattivo ed esplorabile attraverso il metaverso, il coinvolgimento è assicurato. Il software beginner-friendly per la creazione di ambienti virtuali che è stato utilizzato per realizzare questa esperienza è framevr.io.
Il frame indica uno spazio virtuale in cui creare degli ambienti da zero. L’esempio riportato in questo articolo è una mostra virtuale dedicata al Programma Voyager, una missione spaziale della Nasa partita nella seconda metà degli anni ’70, con l’obiettivo di mandare delle sonde a visitare tutti e quattro i giganti gassosi del Sistema solare: Giove, Saturno, Urano e Nettuno.
Una volta scelto il frame, ovvero l’ambiente virtuale entro il quale organizzare i contenuti, occorre decidere gli elementi della mostra e la loro disposizione nello spazio, nonché un percorso che possa guidare l’esploratore che volesse farne uso nella fruizione dei contenuti. Guardando l’ambiente virtuale dall’alto – abilitando la fly mode dai quick settings in alto nel menù di destra – è stata disegnata la mappa del frame con il software di grafica vettoriale inkscape.
Il visitatore ha la possibilità di esplorare degli ambienti divisi per sezione: vi sono infatti delle stanze dedicate alla timeline della missione, ovvero la sequenza degli eventi salienti dall’inizio della missione sino ai risultati più recenti, al percorso delle sonde nel Sistema solare, agli strumenti della sonda, alle persone che si sono occupate della missione e infine a due elementi molto suggestivi e alla fotografia del Pale Blue Dot – una famosa fotografia del pianeta Terra scattata nel 1990 dalla sonda Voyager 1 – e del Voyager Golden Record – un disco per grammofono contenente suoni e immagini selezionate della Terra, pensato per essere trovato da forma di vita extraterrestre.
Dopo aver deciso il tema di ogni stanza, si creano i contenuti da metterci dentro. Le possibilità sono molteplici, in quanto dal menù degli asset è possibile inserire immagini, video, oggetti, audio e altro ancora. La piattaforma permette all’utente di personalizzare il proprio ambiente e di aggiornare i contenuti in tempo reale.
Il percorso proposto segue la numerazione della mappa e inizia dalla timeline. Dei cartelli, costituiti da delle immagini create sempre con inkscape, riportano date ed eventi. Sopra alcuni cartelli sono state poste delle immagini inerenti l’evento descritto, questo non solo spezza la monotonia della sequenza della stanza, ma permette di associare un evento a un’immagine in modo da supportare meglio l’esplorazione del visitatore. Il colore di sfondo dei pannelli ha il valore esadecimale EDD1B0, che dovrebbe permettere un’ottima leggibilità.
Le stanze rimanenti contengono anch’esse prevalentemente immagini e pannelli. Nella seconda stanza si trovano le traiettorie di volo ravvicinato (o fly-by) delle sonde ai pianeti gassosi, nonché un immagine che illustra la posizione delle sonde Voyager e la distanza da esse percorsa. La terza stanza contiene un modello 3D delle sonde (le sonde sono identiche) e delle immagini che servono a identificare gli strumenti per dare un’idea della loro dimensione e della tecnologia al loro interno. La quarta stanza contiene un pannello con i nomi di alcuni membri della missione e alcune foto, mentre la quinta e ultima stanza contiene una citazione di Carl Sagan sul Pale Blue Dot, con un immagine di quest’ultimo e del Voyager Golden record. Dei brevi audio generati con un software text-to-speech sono stati utilizzati per accompagnare le due fotografie.
L’esperienza virtuale può essere arricchita a piacimento, l’unico limite è la fantasia. Il software di frame offre una stanza virtuale, allo stesso modo in cui un host può concedere uno spazio sui propri server per ospitare un sito internet, e in entrambi i casi la qualità dipende in buona parte dai contenuti. Inoltre, sono altrettanto importanti le abilità di pianificazione e management degli ambienti virtuali, che consentono di dare una struttura invisibile ma presente ai contenuti proposti.
Se sei curioso, esplora la mostra!
Lo spazio virtuale può essere fruito attraverso computer, smartphone e tablet. Se si possiede un visore per la realtà virtuale l’esplorazione diventa ancora più immersiva e coinvolgente.
Lo sviluppo di un progetto simile a quello descritto in questo articolo può essere utile a sviluppare e mettere alla prova tali competenze.
L’attività qui proposta è stata ideata e sviluppata da Enrico Maggio, studente di Fisica dell’Università degli Studi di Palermo, nell’ambito del tirocinio accademico “Comunicare la ricerca astronomica attraverso le tecnologie innovative“, presso l’INAF OA Palermo. Tutor aziendale: Laura Leonardi, INAF OA Palermo