Pieni di curiosità, dopo un mese di osservazione del cielo gli studenti avranno voglia di dare un senso al mutevole aspetto della Luna.
Gli studenti avranno la possibilità di esplorare un exhibit di INAF pensato per questo scopo, dove avranno tempo per osservare e pensare a possibili spiegazioni e connessioni con quello che hanno osservato dal vero.
Questo oggetto – disegnato da Fabrizio Villa dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e realizzato per l’occasione – è una scatola a base ottagonale in legno contenente al suo interno una riproduzione della Luna realizzata con la stampante 3D, fissata alla sommità con un sottile filo da pesca in modo da apparire sospesa, e visibile dall’esterno solamente tramite otto piccoli fori disposti lungo le otto facce/pareti del poliedro. Aggiungendo semplicemente una fonte di luce, quella di una torcia ad esempio, il gioco era fatto! A turno i bambini erano invitati a guardare dagli spioncini cambiando progressivamente posizione intorno al Lunatario: ne risultava che la forma della Luna, seppur sempre uguale, mutava agli occhi di ciascuno a seconda della posizione relativa tra la sorgente di luce (sole/torcia) e la posizione dell’osservatore. La facilitazione di questa fase è stata improntata al gioco, e alla condivisione di questa scoperta tra pari. In un secondo momento i bambini potevano scegliere di riprodurre una o più fasi lunari utilizzando cartoncini neri e matite bianche. Questa fase più riflessiva e astratta veniva integrata all’occorrenza con nuove osservazioni o “disegni dal vero” con un occhio sul lunatario e un occhio sul disegno. Una Luna familiare ma poco indagata si apriva all’osservazione con nuova curiosità da parte dei bambini. Ma c’è di più: la particolare forma del lunatario, certamente legata ad esigenze di funzionamento, accresceva infatti la dimensione ludica dell’esperienza. Il dispositivo si mostra in effetti come una scatola magica, misteriosa, irrimediabilmente esposta alla curiosità degli osservatori grazie a quei piccoli fori, unica possibilità di svelamento del contenuto. È interessante sottolineare l’analogia con tanti giocattoli ottici e apparecchi precinematografici, dalla camera obscura allo zootropio di metà Ottocento, dallo stereoscopio al kinetoscopio di Edison. Del resto, lo stupore, la magia della visione, il gioco sono elementi fondanti nel cinema stesso in riferimento al rapporto con lo spettatore. Questa scatola magica, nata quindi come prototipo per Destinazione Luna Kids si sta evolvendo in un design portatile più complesso e diventerà un exhibit strutturato per l’outreach dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
Sicuramente questo exhibit è riproducibile facilmente utilizzando materiali comuni ad esempio uno grossa scatola di cartone ma per le scuole che si volessero cimentare è disponibile una versione ridotta che si può costruire con l’aiuto di una stampante in 3D e pochi altri semplici materiali. Tutta la descrizione e i files qui.
Se ritenuto utile dai docenti sarà possibile fare altre esperienze “fisiche” interagendo in una stanza semibuia con un globo gonfiabile (che rappresenta la terra), una torcia (che rappresenta il sole) e una pallina di polistirolo bianca ( la luna).
Gli insegnanti e gli esperti non spiegheranno le fasi lunari ma permetteranno agli studenti di decidere come impostare i loro modelli. La funzione dell’educatore è quella di facilitatore nel processo di apprendimento.
Dopo queste esplorazione e discussione, gli studenti sono tornati sui loro quaderni per catturare la loro attuale comprensione di ciò che rende la luna diversa in giorni diversi.
Se l’osservazione e la trascrizione nel quaderno di luna viene ripetuta dopo questo lavoro con il modello fisico si può osservare come cambia l’osservazione. Alcuni ragazzi potrebbero provare a registrare la luna sempre allo stesso orario oppure potrebbero registrare diversi momenti nella stessa notte.