Ideatore: INAF – Istituto di Radioastronomia di Bologna (Stefania Varano)
Descrizione: In questa caccia al tesoro lo scopo è cercare un radiotrasmettitore tramite l’impiego di un sistema ricevente che, tramite un suono e/o un dispositivo analogico (una lancetta), indica l’intensità dell’emissione radio nella direzione in cui si sta puntando.
Scopo del gioco: Cercare un trasmettitore radio tramite l’utilizzo di un sistema ricevente, fatto di antenne, ricevitori e rivelatori, che permettono di “vedere” o “sentire” il trasmettitore nascosto e di trovarlo.
Ambientazione: L’ambientazione può essere varia. In alcuni casi il gioco è stato introdotto con un’ambientazione di tipo spionistico, in cui i giocatori dovevano personificare delle spie alla ricerca di una tecnologia rubata dai nemici.
Numero giocatori: Se si vuole impostare l’attività come sfida si predilige avere due gruppi da una o due persone ciascuno, altrimenti può essere svolta anche individualmente.
Età consigliata: Dai 10 anni in su.
Spazio: Lo spazio deve essere abbastanza grande da permettere una vera e propria caccia al tesoro. Inoltre, non ci devono essere interferenze radio disturbanti.
Durata: Mezz’ora circa.
Materiali: Un segnalatore radio da nascondere e un sistema ricevente che rileva le onde radio.
Obiettivi educativi (competenze): Sviluppo di autonomia decisionale, gestione di sé in gioco e delle relazioni.
Obiettivi disciplinari (conoscenze): Far comprendere la fisica dietro le onde radio: poiché non si vedono, servono degli strumenti appositi per la loro ricerca.
Perché il gioco è utile per la didattica e divulgazione dell’astrofisica? Il gioco è un modello, ovvero le meccaniche permettono l’acquisizione delle competenze. Infatti, tramite il gioco stesso, il partecipante apprende informazioni sulle onde radio e la loro trasmissione, sviluppando al contempo il pensiero scientifico.