Light Play è un’esplorazione tra luce, ombre e colori che avviene costruendo una storia in movimento. Utilizzando oggetti di tutti i giorni e semplici sorgenti di luce si creano delicate scene con luci e ombre. Alla fine dell’attività le singole creazioni cinetiche vengono disposte insieme a costituire un pannello collettivo illuminato dalle singole indagini. Alla fine dell’attività sarà creata un’installazione collettiva fatta di tutte le singole creazioni cinetiche. Per la scuola dell’infanzia abbiamo costruito un set up più grande e più arioso. Dopo aver letto questa risorsa troverai informazioni specifiche per la scuola dell’infanzia a questa pagina.
COSTRUISCI!
Prima che i partecipanti inizino a sperimentare e a costruire con la luce, è necessario raccogliere, assemblare e costruire un set di materiali di base da poter sperimentare (la maggior parte dei componenti sarà riutilizzabile ogni volta che conduci questa attività). Se stai provando questa attività da solo o per la prima volta, ti suggeriamo di costruire un singolo set e di raccogliere i materiali di base per la tua esplorazione (vedi sotto). Quando sarai pronto a facilitare questa attività con un gruppo di partecipanti, potrai costruire dei set aggiuntivi e raccogliere abbastanza materiale per tutto il tuo gruppo.
Materiali di base per LIGHT PLAY:
Le strutture per le LIGHT PLAY sono realizzate da grandi scatole di cartone in cui sono state ritagliate le sezioni anteriori e posteriori. In una delle aperture va inserito uno schermo in HDPE (polietilene ad alta densità). Di solito chiediamo al gruppo di lavorare in coppie; per creare il pannello finale frutto del lavoro di tutti, impiliamo semplicemente le scatole una sopra l’altra.
Per semplicità abbiamo utilizzato delle scatole di cartone (Leroy Merlin 3,50E) e abbiamo sostituito il foglio di polietilene con della carta forno.
Le sorgenti luminose sono costruite e offerte già pronte a ciascun gruppo (di solito vengono fornite due luci per ogni set). Come luci è importante avere sorgenti puntiformi (e non diffuse) in modo da essere facilmente spostate e regolate. Le sorgenti puntiformi creeranno ombre nitide e pulite; il fatto che le luci siano facilmente spostabili consentirà di esplorare diverse dimensioni e scale. Ecco alcune soluzioni che abbiamo provato:
Mini torce: questa è una mini torcia con la testa rimossa (svitata) e utilizzata come base.
Il tinkering studio ha creato delle sorgenti luminose ad hoc con dei LED super luminosi (super Bright LED)un supporto flessibile, una base di legno e dei LED colorati. La costruzione dettagliata con una guida e l’elenco delle parti per costruire sono qui (in inglese): https://www.instructables.com/id/Light-Play-Set/
Noi per semplicità abbiamo acquistato la lampada IKEA Navlinge con morsetto. Il costo è contenuto e rende l’attività ripetibile nelle scuole.
I motori che girano lentamente sono in realtà dei motori con dei riduttori. Abbiamo scelto dei motoriduttori a corrente continua che girano a 4-6 giri al minuto (RPM). Il tinkering studio ha utilizzato i motori degli alzacristalli elettrici perché sono silenziosi e molto lenti. Sempre per rendere riproducibile il set abbiamo acquistato i motorini da un fornitore su MEPA (mercato elettronico della Pubblica amministrazione) .
https://www.robotstore.it/Motoriduttore-6V-6rpm-20Ncm-diam-27mm-L149-6-392
chiaramente questo è solo un esempio. E vanno bene anche alti motoriduttori analoghi. Potrebbero andare molto bene anche i motorini per il presepe. In Italia si fanno ancora molti presepi e magari qualcuno ce lo ha in casa!
Abbiamo anche tagliato con una lasercutter delle piattaforme che si adattano all’asse del motore per sostenere e far muovere tutti i materiali della Light Play. Questa operazione è stata portata avanti nell’atelier creativo della scuola con cui abbiamo disegnato l’attivita ovvero IC12 Bologna grazie a Stefano Rini.
Gli alimentatori e i morsetti a coccodrillo sono importanti per alimentare le sorgenti luminose e / o i motoriduttori.
Tra i materiali inseriamo alimentatori da 9 volt e pile e portapile AA montati su blocchi di legno. Questi alimentatori sono gli stessi che utilizziamo per l’attività CIRCUIT BOARDS.
http://tinkering.exploratorium.edu/circuit-boards
MATERIALI E STRUMENTI!
In questa attività il “buffet” è veramente importante non può mancare sul tavolone dei materiale questa lista di materiali e strumenti.
Materiali: filo da pesca, blocchi di legno e sostegni, filo di rame da 1mm o filo di ferro leggero, pezzi di legno, cartone, fascette, perni, spiedini di legno
attrezzi utili: pistola a caldo e colla a caldo, taglia fili, seghetto, forbici, coltellino multiuso, scotch di carta
Una volta raccolti i principali strumenti e materiali per produrre la luce, è tempo di raccogliere materiali e oggetti per far riflettere, rimbalzare e trasformare la luce colorati. Preparate tre postazioni o tre tavoli per le tre categorie di materiali
Forme, griglie e pattern Molti oggetti familiari creano dei pattern di ombre interessanti quando si accende un motore che gira lentamente rispetto a una sorgente di luce fissa. Possiamo utilizzare lucidi stampati con forme o motivi, zanzariere, scolapasta, grattugie, cestini della ricotta, contenitori per matite, ecc. Queste oggetti con griglie o fori sono interessanti da esplorare anche con più fonti di luce.
Oggetti e materiali riflettenti Trova oggetti e materiali che riflettono la luce in modo interessante. A titolo di esempio: Mylar (ad esempio l’interno lucido dei sacchetti di patatine), piccoli specchi di plastica, tessuto con paillettes, girabrilla, ornamenti natalizi, mini palle da discoteca e qualsiasi altra cosa che rifletta la luce e che potrebbe essere utilizzata nella costruzione della nostra LightPlay.
Oggetti o gel colorati e traslucidi La luce e le ombre colorate sono un aspetto interessante e estetico all’attività. Possiamo usare scarti di plexiglass traslucido colorato, pezzi di acrilico, carta da cucina colorata, bicchieri e ciotole di plastica, tessuto strutturato, cellophane iridescente, film dicroico, bottiglie trasparenti riempite con acqua e coloranti alimentari, ecc. Dal momento che alcuni di questi materiali non sono semplici da trovare e abbiamo accantonato l’idea dei contenitori con dentro del liquido abbiamo acquistato delle gelatine fotografica colorate.
Raccogli abbastanza materiale in modo che diverse persone possano sperimentare contemporaneamente diversi aspetti delle Light Play.
PROVA! j
Il primo passo più importante per le Light Play è assicurarti di aver trascorso un po’ di tempo a sperimentare tu stesso i materiali per sviluppare una comprensione di base su cosa fanno i vari componenti e su come farli funzionare.
Nel workshop spesso iniziamo chiedendo ai partecipanti di dividersi in tre gruppi e di trascorrere 5 minuti in ciascuna delle tre postazioni che esplorano diversi aspetti dell’attività. In questo modo tutti i partecipanti potranno sperimentare sia i componenti principali (motori, luci, schermi, ecc.) sia un campionario di diversi possibili materiali delle Light Play (gel, specchi, oggetti forati, ecc.)
modalità esplorativa
Ci sono almeno due modi per far funzionare questo workshop. La prima e più semplice azione potrebbe essere quella di far familiarizzare i ragazzi con il kit e con i diversi materiali. Potete dividere la classe in 3 gruppi che si alterneranno su 3 (o 6 postazioni) dove sarà pronta una scatola con luci, motori e i materiali.
Postazione di partenza numero 1: si utilizzano griglie, lucidi, silhouettes, motoriduttori e varie sorgenti luminose. I partecipanti in questa postazione avranno la possibilità di familiarizzare con l’uso dei motori e delle luci, prestando particolare attenzione a griglie, forme e schemi ripetitivi. Avere a disposizione più luci incoraggerà la sperimentazione con griglie sovrapposte.
Postazione di partenza numero 2: si evidenziano le proprietà di oggetti e materiali riflettenti. I motoriduttori e le luci sia bianche che colorate disponibili incoraggeranno i partecipanti a prestare molta attenzione al modo in cui i riflessi e le immagini caustiche possono essere manipolate e interagire con le luci colorate. I materiali di questa stazione potrebbero includere pezzi di mylar, tessuti riflettenti, specchi, paillettes e altri oggetti riflettenti.
Postazione di partenza numero 3: ci si concentra su oggetti colorati e luci bianche: i partecipanti sperimentano come creare vari colori e ombre colorate filtrando la luce attraverso gel, involucri di plastica trasparente, scarti di plexiglass e altri oggetti traslucidi.
SUGGERIMENTO: sebbene sia possibile creare sorgenti luminose a LED colorate, preferiamo le fonti di luce bianca perché incoraggiano i partecipanti a esplorare filtri colorati e oggetti traslucidi per proiettare luce colorata nella loro scena. In genere forniamo anche alcune luci colorate ma crediamo che lavorare con luci bianche incoraggi a pensare ad effetti sottili e studiati piuttosto che sovraccaricare la scena con una bomba di colore.
modalità workshop
Si può cominciare mostrando ai ragazzi un kit light play e alcuni esempi di come materiali diversi creano interessanti riflessi di luce e ombra e poi incoraggiarli a sperimentare. Per evitare l’affollamento in uno spazio molto ristretto vi consigliamo di far lavorare i ragazzi in coppia.
Dopo che i partecipanti avranno sperimentato per un po’ con i materiali disponibili, offriamo nuovi materiali da utilizzare come elementi da costruzione della scena (blocchi di legno, cartone, spago, mollette, ecc.) e chiediamo ai partecipanti di costruire una scena fatta di luci in movimento. Alla fine, le scatole luminose verranno impilate e ogni singola scatola sarà parte di una pannello più ampio e complesso. Di solito è utile mostrare un semplice esempio per dare un’idea delle possibilità dell’attività. L’esempio dovrebbe suggerire la complessità e gli obiettivi del progetto senza diventare troppo convincente o complicato (non vogliamo che i partecipanti si sentano intimiditi dall’esempio). Spesso è meglio iniziare con un esempio che potrebbe essere facilmente migliorato.
Calcolate di spendere almeno due ore in questa modalità di lavoro ed eventualmente di riprendere l’attività più volte rilanciando le idee dei ragazzi. Incoraggiate il più possibile la sperimentazione attraverso prove ed errori. È importante che i ragazzi abbiano abbastanza tempo per soffermarsi e comprendere i diversi fenomeni, le relazioni tra la sorgente luminosa, l’oggetto che interagisce con la luce costruendo un ombra o un riflesso, le ombre o i riflessi sullo schermo. L’attività è progettata per esploratori che si confronteranno con la complessità di forme, dimensioni, profondità, posizione e geometria dell’ombra e dei riflessi.
Momento di condivisione
Quando ogni gruppo ha completato la propria scatola, chiediamo loro di spostarla dal piano del tavolo (o ovunque stiano costruendo) e di aggiungerla al pannello comune, questa operazione potrebbe essere delicata quindi valutate se far costruire le light play ai ragazzi in modo che non necessitino questo spostamento (ad esempio su dei tavoli messi a cerchio o semicerchio) . Ci prendiamo un po’ di tempo per ammirare le scatole tutte insieme e l’effetto di luci e ombre nell’insieme.
Chiediamo a ciascun partecipante (o team) di dire qualcosa di cui sono particolarmente orgogliosi riguardo la loro scena o un problema che si è dimostrato particolarmente impegnativo (e cosa hanno fatto per risolverlo). Iniziamo spesso la conversazione chiedendo a ciascun gruppo di trovare un nome o un titolo per la propria scena in movimento.
POSSIBILI SVILUPPI
Ci aspettiamo che ogni classe interpreti le light play in modo diverso, le possibilità sono infinite. Si può decidere insieme un tema o uno stile ad esempio il colore blu, lo spazio, la vita microscopica oppure si può pensare di raccontare una storia comune attraverso le scene e la costruzione di uno storytelling. si possono incorporare interruttori fatti in casa ( ad esempio come quelli dell’ attività dei circuiti di carta) per avviare e arrestare il motore. Potremmo sfidare i partecipanti a creare una serie di eventi che si attivino con gli interruttori che non siano troppo regolari per creare un senso di movimento e di sorpresa. L’attività può prendere tante pieghe ad esempio i ragazzi potrebbero voler creare una colonna sonora per le light play e quindi potrebbe partire un progetto di costruzione di strumenti musicali.
NOTE PER IL DOCENTE
La filosofia del Tinkering Studio si basa su una teoria costruttivista dell’apprendimento, che afferma che la conoscenza non viene semplicemente trasmessa dall’insegnante allo studente, ma attivamente costruita dalla mente di chi impara. Il costruzionismo suggerisce che gli studenti hanno maggiori probabilità di costruire nuove idee mentre sono attivamente impegnati nella realizzazione di un artefatto esterno. Il Tinkering Studio supporta la costruzione di conoscenze nel contesto della costruzione di artefatti significativi dal punto di vista personale. Progettiamo opportunità per le persone di “pensare con le mani” al fine di costruire significato e comprensione.
Le attività e le indagini del Tinkering Studio sono progettate per incoraggiare i partecipanti a rendere più complesso il loro pensiero nel tempo. La varietà di materiali e le variabili in gioco per la sperimentazione consentono a coloro che apprendono di cominciare a sentirsi a proprio agio nell’iniziare, modificare e perfezionare i propri progetti mentre sviluppano nuove idee. Le attività di tinkering (che nei vari dialetti regionali si potrebbe tradurre con ciappianare (bolognese), tapulare (genovese), sfrucinare (marchigiano), trafficare , ….) sono spesso divertenti, stravaganti, ispirate e sorprendenti.
Design dell’attività (decisioni e progetti che supportano un’esperienza di tinkering)
Light Play è un’attività che sottolinea l’importanza di “giocherellare” con gli effetti di luce e ombra come un modo per sviluppare una più forte comprensione dei fenomeni fisici. È un’attività esteticamente soddisfacente che mette in risalto forme e pattern di luce e ombra.
Le postazioni di partenza (o un’introduzione che includa tali esplorazioni) sono una parte importante dell’attività al fine di dare ai partecipanti la possibilità di acquisire familiarità con i componenti e sviluppare una sensibilità sui materiali prima che venga chiesto loro di creare qualcosa di personale e significativo. L’esplorazione aperta consente scoperte iniziali, prototipazione rapida e rapide indagini sui vari componenti.
La natura collaborativa dell’attività è importante. Far lavorare insieme due persone sulla stessa scatola offre l’opportunità di condividere nuove idee, porre domande e sottolineare le cose interessanti che vengono notate da entrambi. La visualizzazione di tutti i lavori insieme su un unico pannello è un’opportunità per i partecipanti di contribuire a qualcosa di più grande del proprio singolo progetto. La partecipazione come collaborazione e cooperazione a vari livelli da una parte toglie un po’ di pressione al singolo individuo e dall’altra sfida i partecipanti a continuare a risolvere problemi per creare la propria parte in una costruzione più ampia.
È spesso sorprendente notare quanto diverse possano essere le immagini di luce e ombra create dalla stessa tavolozza di oggetti fisici. Questa attività rafforza l’idea che ognuno sviluppi un proprio e personale percorso di comprensione ed esplorazione, pur utilizzando tutti lo stesso insieme di materiali di partenza.
Ambiente (gli elementi dell’ambiente di apprendimento che supportano il tinkering)
Poiché i partecipanti spesso lavorano con noi per un lungo periodo di tempo, cerchiamo di creare uno spazio di lavoro accogliente con posti a sedere comodi, piani di lavoro robusti e una buona illuminazione. Se avete la possibilità di lavorare in un atelier creativo con dei tavoli ad hoc e una migliore illuminazione sfruttate questa opportunità. Spesso mostriamo exhibit o esempi di progetti passati e attività attuali per seminare idee e fornire un contesto a ciò che sta accadendo quel giorno. I materiali sono facilmente accessibili e nelle immediate vicinanze dei tinkerer, e spesso lavoriamo su tavoli di grandi dimensioni in comune per consentire conversazioni incrociate e invitare i partecipanti a collaborare, permettendo loro di contare l’uno sull’altro per cercare risposte e soluzioni.
Uno degli aspetti più coinvolgenti dell’ambiente di lavoro delle Light Play è che tutti lavorano insieme al buio o in penombre (letteralmente). Nuove idee su luci e ombre si formano mentre nuove creazioni luminose emergono e riempiono le pareti, il pavimento e il soffitto della stanza con luci in movimento!
Chi sta partecipando al workshop si muove in questo ambiente per cercare materiale e attrezzi nelle postazioni dedicate e in questo modo si incontrano e passano davanti ai lavori altrui, notando le altre creazioni. Spesso posizioniamo due o tre gruppi in ciascuna postazione di lavoro per incoraggiare la contaminazione di idee.
Le scatole luminose cinetiche hanno un livello di creatività e inventiva tale che sono bellissime se viste dalla parte anteriore dello schermo e veramente avvincenti se osservate dalla parte posteriore, dove sono visibili i meccanismi e i vari componenti. È importante offrire a ogni creazione l’opportunità di essere osservata e valutata sia sulle qualità estetiche delle immagini proiettate, sia sulla costruzione immaginativa nelle meccaniche in gioco.
In questa attività i partecipanti trascorrono molto tempo in pensieri molto focalizzati. Per questo motivo spesso mettiamo una musica di sottofondo strumentale come accompagnamento a questa atmosfera di investigazione e costruzione. La combinazione di splendide creazioni di luce e musica aiuta a costruire un’atmosfera fatta per creare.
Facilitazione (le cose che diciamo e facciamo per supportare l’apprendimento attraverso il tinkering)
La facilitazione è un modo di insegnare dove vengono supportate le indagini, le domande e le idee di chi sta imparando all’interno della struttura di un’attività. Nel Tinkering Studio, ci sforziamo di praticare una facilitazione che rispetti il percorso individuale di chi apprende. Come facilitatori, osserviamo e aspettiamo il momento esatto per entrare in gioco e offrire un suggerimento, un materiale o un diverso punto di vista. Come educatori, permettiamo agli studenti di provare frustrazione e di fallire mentre lavorano con materiali reali per risolvere le proprie sfide.
Esistono molti modi in cui il facilitatore può influenzare le interazioni con i partecipanti a un’attività. Aiutiamo le persone a partire rapidamente dando loro dei primi obiettivi. Li invitiamo nello spazio e presentiamo i materiali e gli strumenti che potrebbero usare. Accendiamo l’interesse e sosteniamo il coinvolgimento degli studenti ponendo domande sul loro lavoro e rispondendo alle loro risposte. Supportiamo molteplici risultati dell’attività e siamo aperti alla possibilità di nuove idee, soluzioni diverse e obiettivi che cambiano man mano che chi sta imparando ha nuove idee. Cerchiamo di praticare uno stile di facilitazione in cui non siamo insegnanti che trasmettono conoscenze a discenti passivi, ma piuttosto guide che condividono un percorso di comprensione.
La facilitazione di Light Play è una combinazione di aiuto concreto nel suggerire tecniche di costruzione in diversi momenti dell’attività, insieme con l’opportunità di essere un co-discente e co-osservatore dei fenomeni irresistibili visualizzati sugli schermi.
All’inizio chiediamo a tutti di giocare con i materiali e familiarizzare con i componenti. Questo è un primo passo importante perché le persone spesso si sentono più a proprio agio all’inizio lavorando in modo aperto e senza uno scopo ben delineato. Man mano che la loro fiducia cresce, diventano più sicuri delle loro idee e i progetti si fanno più ambiziosi.
Cerchiamo anche di incoraggiare i partecipanti a guardarsi intorno e ad osservare ciò che gli altri stanno sperimentando, per sostenere la condivisione delle idee e la possibilità di imparare gli uni dagli altri.
A volte gli studenti sono interessati a costruire un meccanismo che replichi ciò che fanno le loro mani (come spostare una fonte di luce avanti e indietro), ma potremmo non avere i materiali giusti o non sapere come risolvere il problema con ciò che è disponibile. In quella situazione cerchiamo di facilitare nuovi modi di immaginare come ottenere lo stesso risultato. Ad esempio, un facilitatore può suggerire un modo per spostare l’oggetto (anziché la sorgente luminosa) e utilizzare questi momenti come un modo per evidenziare la relazione generale tra la sorgente luminosa, l’oggetto che fa l’ombra e lo schermo: tutti aspetti critici dell’ esplorazione di questa attività.
La facilitazione della parte centrale dell’attività comporta spesso l’osservazione e l’individuazione di sottigliezze interessanti nelle immagini proiettate. Ad esempio, più fonti di luce combinate con motivi e oggetti complessi spesso provocano ombre e penombre nell’immagine sullo schermo; se osservate, queste caratteristiche delle immagini consentono agli studenti di concentrarsi maggiormente sulla relazione tra la sorgente luminosa, l’oggetto che blocca la luce, la direzione e il percorso della luce. Inoltre, molti aspetti della creazione si rivelano solo una volta ogni tanto, quando i motoriduttori e le luci raggiungono un allineamento critico. I facilitatori spesso incoraggiano l’osservazione dei display luminosi finiti per tempi lunghi e sottolineano gli elementi fugaci che appaiono solo una volta per ogni rotazione del motore.
Infine, la facilitazione nella parte finale dell’attività include una conversazione informale con i partecipanti (singoli o gruppo) che sono invitati a condividere qualcosa che li ha coinvolti particolarmente, o delle parti che sono state particolarmente difficili da costruire, o di come hanno trovato una soluzione ai problemi incontrati lungo la strada. Abbiamo scoperto che spesso c’è ancora tanto altro da esplorare, anche alla fine dell’esperienza, quindi inquadriamo la conversazione in termini di lavori in corso e problemi aperti e non come fine del progetto e dell’esplorazione.
CONNESSIONI D’ARTISTA: ispirazione per l’attività Light Play
Bob Miller iniziò a portare gli amici fuori dall’Exploratorium per mostrare loro le sue scoperte sulle immagini e sulla luce solare nell’estate del 1975. All’epoca, stava costruendo una mostra chiamata Holes In A Wall ed era affascinato dal modo in cui singole immagini del sole che passavano attraverso un foro stenopeico si combinavano in tanti modi inaspettati. Non passò molto tempo prima che Bob si convinse che tutta la luce ci arriva sotto forma di immagini. Nel corso degli anni, questa passeggiata con le immagini di Bob si è evoluta in una classica esperienza dell’Exploratorium ritrasformata anche su questo sito: il sole in una mano.
Rashad Alakbarov dell’Azerbaigian utilizza oggetti traslucidi sospesi e altri materiali trovati per creare dipinti di luci e ombre sui muri, spesso riempiendo intere stanze di dipinti di luce. Questi dipinti di luce sbalorditivi, realizzati con una serie di gel colorati, sono in mostra nelle gallerie di tutto il mondo. http://www.thisiscolossal.com/2012/01/rashad-alakbarov-paints-with-shadows-and-lights/