Titolo del gioco e produttore: The search for Planet X (renegade)
Designer: Matthew O’Malley e Ben Rosset
Descrizione: In The search for Planet X si prende il ruolo di astronomi che usano osservazioni e deduzioni logiche per cercare un ipotetico nuovo pianeta all’interno del Sistema Solare, basandosi su predefinite regole logiche di interazione tra i corpi celesti del Sistema Solare. Il gioco è integrato con un’app di supporto la quale fornisce nuove regole logiche ad ogni partita, permettendo così la rigiocabilità della ricerca e della scoperta.
Numero giocatori: da 1 a 4
Fascia d’età: scuole superiori e adulti (12+)
Tempo della partita: 60-90 minuti
Soft skills e competenze sollecitate: strategia, orientamento spaziale, attenzione, competenze matematiche
Significatività rispetto all’astrofisica:Il gioco presenta un’ottima trasposizione delle meccaniche di osservazione spaziale, in cui il tempo di osservazione necessario per un’azione varia a seconda del tipo di osservazione che si fa, il tutto legato all’avanzamento del piano celeste durante la partita per cui di azione in azione è possibile osservare solo metà della volta celeste.
I termini scientifici utilizzati sono estremamente corretti e coerenti tra loro, anche se delle semplificazioni su alcuni moti celesti sono state fatte per venire incontro alle meccaniche del gioco (tipo, le comete sono in settori fissi della volta celeste invece che muoversi).
All’interno del regolamento si trovano poi numerosi riferimenti alle origini scientifiche del gioco, dal declassamento di Plutone da pianeta a pianeta nano fino all’ipotesi del 9 pianeta (a cui si ispira il gioco), con successivi rimandi di approfondimento sulla pagina web del gioco.
Per quanto il gioco sia corretto dal punto di vista scientifico e dei meccanismi tecnologici dell’osservazione astronomica, il messaggio che passa è che la ricerca vada fatta in solitaria e le meccaniche di pubblicazione e peer review alla base del sistema di punteggio rimarcano l’idea che pubblicare tanto serve ai fini della vittoria e serve essere i primi a farlo, valutando bene quando condividere le informazioni con il resto del tavolo. Il gioco poi favorisce una pubblicazione massiccia anche se non si è sicuri della correttezza del risultato presentato, in quanto i malus associati sono praticamente nulli. L’idea che passa è quella di una ricerca molto attuale, con tutti i difetti legati ad una pubblicazione massiccia a discapito della qualità della pubblicazione che il mondo accademico contemporaneo si porta dietro.
Attività in classe: Non si consiglia un’attività ludica basata su questo gioco perché è un gioco da fare in solitaria e in silenzio, quindi sarebbe estremamente difficile poter permettere un’interazione di team all’interno di una classe che rispecchi queste necessità del gioco.
Recensione a cura di: Giannandrea Inchingolo