In questa attività i ragazzi parteciperanno ad una “lettura luminosa” di una meravigliosa storia sull’amicizia del mitico Leo Lionni, ovvero “Piccolo Blu Piccolo Giallo”.
Per animare il libro si utilizza una lavagna luminosa che ogni insegnante potrà trovare nello scantinato della propria scuola. Per costruire il set della storia basta ritagliare su dei fogli di acetato colorato il nostro piccolo blu e piccolo giallo i genitori e i vari elementi della storia. Io ho costruito la casa e la montagna semplicemente strappando dei fogli di carta. Se strappate e non ritagliate otterrete un effetto naturale molto simile a quello del libro illustrato.
Questo è il setting della lettura luminosa.
Piccolo Blu e Piccolo Giallo hanno tanti amici e sono migliori amici. Un giorno, non riescono a trovarsi. Quando finalmente si incontrano, sono felicissimi. Si abbracciano fino a diventare verdi. Ma dove sono finiti Piccolo Blu e Piccolo Giallo? Ecco alcune pagine del libro originale.
Piccolo blu e Piccolo Giallo giocano tutto il giorno ma quando tornano a casa alla fine della giornata succede qualcosa di brutto. I loro genitori non li riconoscono! I due amici piangono e piangono lacrime gialle e blu finché non restano altro che lacrime. Alla fine le lacrime si ricompongono in Piccolo Blu e Piccolo Giallo che felicemente tornano a casa. I genitori sono così contenti di vederli e li abbracciano così forte da mescolarsi anche loro anche loro. A questo punto quello che è successo è chiaro anche agli adulti. Tutta questa felicità si trasforma in una bella festa!
Nella foto potete vedere come, muovendo i piccoli ritagli di carta semitrasparente, si riesce ad animare il libro.
Questa storia è perfetta per mostrare ai bambini, in una nuova forma, qualcosa che si aspettano perché è la loro esperienza quotidiana. Anche mescolando le tempere infatti blu+giallo=verde.
Si è optato per una lettura non interattiva perché la storia risulta più efficace e sentita se chi legge e anima i personaggi drammatizza un po’ la narrazione, anche con l’aiuto della musica. Il concetto di mescola sottrattiva viene immediatamente interiorizzato visto che rappresenta la loro esperienza comune. Questo esercizio si può ampliare ed approfondire con una ulteriore attività includendo anche altri colori (attività con i ritagli di acrilico).
Tornando alla nostra mescola – ad esempio ciano+magenta=blu – si può domandare ai ragazzi di spiegare quello che stanno vedendo sollecitando una discussione. Queste sono alcune delle domande di base che si possono rivolgere:
- Qual’è la sorgente di luce?
- Chi raccoglie la luce?
- Cosa succede nel mezzo?
- che cosa succede quando la luce arriva sulla superficie di un oggetto?
A questo punto della discussione potrebbe essere utile avere a disposizione qualche oggetto come uno specchio, un prisma e un bicchiere di vetro riempito per metà d’acqua e utilizzare questi oggetti per osservare che succede. A seconda dell’età dei ragazzi, e soprattutto del loro interesse, si può spingere o meno su questi concetti. Chiaramente per i più piccoli è necessario proporre questi nuovi oggetti almeno in un secondo incontro. Non è necessario utilizzare i nomi specifici dei fenomeni (riflessione e rifrazione) soprattutto con i più piccoli la cosa più importante è che il fenomeno fisico venga osservato e assimilato.
Un concetto di base che potrebbe essere costruito insieme è che la luce emessa dal sole o dalla lampadina interagisce con l’oggetto, dopo di che la luce “rimbalza” e viene ricevuta dai nostri occhi.
Questa frase che vi sembrerà banale invece non è per niente scontata. Chiedendo onestamente ai bambini come facciamo a vedere ho ascoltato teorie molto stravaganti, ad esempio che gli occhi scansionano la stanza con dei “raggi visivi” (che fanno pensare ai super eroi). Se la stanza è illuminata, questi raggi rimbalzano e ritornano nell’occhio e formano l’immagine, altrimenti se la stanza è al buio i raggi non possono rimbalzare. Secondo questa idea, la luce è solo una condizione esterna che si deve verificare ma non la causa prima del fatto che osserviamo qualcosa. Provate a collezionare tutte le possibili idee dei bambini e a lavorare su questo piuttosto che spiegargli il fenomeno. Quando vengono fuori idee che vi sembrano strampalate non bollatele come sbagliate ma provate a costruire attraverso una osservazione dal vero una falsificazione. Cercate di raggiungere un consenso su una teoria anche semplice invece di spiegare in prima persona.