Titolo del gioco e produttore: Newton (cranio creations)

Designer: Nestore Mangone & Simone Luciano

Descrizione: In Newton, i giocatori e le giocatrici assumono il ruolo di giovani ricercatori o ricercatrici agli arbori del XVIII secolo cercando di diventare le più rinomate figure scientifiche del loro tempo. Per far questo, devono viaggiare attraverso l’Europa, visitare università, studiare e sviluppare nuove teorie e nuove competenze e lavorare per guadagnare soldi.

Numero giocatori: da 1 a 4

Fascia d’età: scuole superiori e adulti (12+)

Tempo della partita: 90 minuti

Soft skills e competenze sollecitate: strategia, orientamento spaziale, attenzione, competenze matematiche

Significatività rispetto all’astrofisica: Il gioco non ha nessuna connessione tematica con lo spazio o la ricerca spaziale in maniera diretta. Nonostante tutto, propone all’interno delle sue meccaniche di gioco e della sua ambientazione alcune delle caratteristiche tipiche del mondo della ricerca e di cosa significhi fare ricerca come mestiere. Queste caratteristiche vanno ovviamente filtrate per il contesto storico in cui il gioco si sviluppa: parlando del XVIII secolo ci sono riferimenti a “siti alchemici” (anche se sembrano più massonici in verità) e viene passata l’idea che l’eccellenza di ricerca scientifica si ottiene da soli (invece che in team come avviene ai giorni nostri).

Attività in classe: Il gioco rappresenta certamente un buon esempio di trasposizione di caratteristiche tipiche del mondo della ricerca all’interno ddi meccaniche di gioco, quindi si offre come un buon punto di partenza per far conoscere il mondo della ricerca ai possibili giocatori o giocatrici. Tuttavia, considerando l’ambientazione e, soprattutto, il messaggio etico tale per cui la ricerca di eccellenza viene ottenuta in solitaria, il gioco richiede necessariamente un’introduzione contestuale per poter spiegare tali differenze con il mondo della ricerca contemporanea nel caso lo si voglia utilizzare per attività ludiche nelle scolaresche.

Recensione a cura di: Giannandrea Inchingolo