Un racconto scolastico di Laila Evangelisti insegnante presso la Scuola Primaria Marella IC12 Bologna

Come classe che pratica prevalentemente una didattica laboratoriale, il lockdown ci ha realmente lanciato una sfida: come mantenere una identità di gruppo pur distanziati e proseguire nel nostro percorso esperienziale interdisciplinare?

Abbiamo creato la classroom (google suite) e incontrato i ragazzi quotidianamente prevalentemente dopo le 17 per i primi due mesi e visti gli orari a disposizione e i tempi di attenzione dei ragazzi, abbiamo deciso di affrontare i contenuti disciplinari attraverso l’assegnazione di compiti di realtà, ovvero “un compito di realtà può prevedere, ad esempio, di realizzare un progetto, costruire qualcosa di concreto. Il compito non è mai solo un «impegno» individuale, ma può essere svolto, interamente o in alcune sue parti, individualmente, in coppia, nel piccolo gruppo e contemplare momenti di condivisione con l’intera classe, nel grande gruppo, per l’argomentazione finale”.
Siamo stati interrotti dalla pandemia nel nostro lavoro sul sistema solare che comprendeva oltre l’esplorazione scientifica dei pianeti e del sole, la ricostruzione in scala 1:10000000000 anche la realizzazione di un racconto fantastico e la costruzione dei personaggi e dei loro mezzi di trasporto con la didattica del tinkering.

I lavori lasciati in sospeso dai gruppi sono proseguiti con il confronto on line e la realizzazione creativa individuale. Mentre il racconto affinava la grammatica e la sintassi, la costruzione dei personaggi richiedeva la capacità di progettare, ricercare e scegliere materiali e strumenti disponibili in casa, contrattare e condividere le idee per riceverli; applicava le conoscenze matematiche per le misurazioni e le riduzioni in scala; richiedeva la regolarità nella registrazione dei processi, la consapevolezza che creare implica procedere per tentativi ed errori; in tutto questo, sperimentava la fisica del movimento meccanico pur non conoscendone i principi.

Queste modalità di lavoro hanno piacevolmente coinvolto le famiglie che hanno mostrato un interesse vivo al lavoro dei ragazzi e collaborato con loro soprattutto nella realizzazione e insegnamento ai propri figli nell’uso autonomo dei mezzi informatici per la condivisione nei gruppi delle varie fasi delle proprie costruzioni tramite foto, filmati, meet fra i ragazzi. Con il programma scratch (già utilizzato in classe) i ragazzi hanno concluso con la costruzione di brevi animazioni riferite ai personaggi creati.

Quando abbiamo ricevuto la proposta dai ricercatori Inaf per la realizzazione individuale di una reazione a catena, abbiamo aderito subito.
Era un compito di realtà che si integrava a meraviglia nel nostro percorso di scienze sull’energia e, pur non avendo ancora affrontato le forze in fisica, consentiva l’apertura a nuovi interrogativi per costruire mappe mentali e in seguito esplorare e cercare risposte.
Abbiamo pubblicato in classroom il link di Inaf e invitato i ragazzi a visualizzare il tutorial e a tuffarsi in una vera e propria creazione personale con il compito di filmare la propria realizzazione.
E’ stato un vero e proprio tripudio di creatività e, anche in questo caso, tutte le famiglie sono scese in campo. Nell’arco della settimana 21 alunni su 26 oltre ad aver realizzato la propria reazione a catena, avevano proceduto alla liberatoria per la pubblicazione di Inaf.

Questa è la nostra reazione a catena montata da INAF

Visionati i singoli lavori abbiamo valutato insieme i punti di forza e di criticità dei singoli lavori e sono emersi i seguenti dati:
Per la realizzazione di un buon filmato sono necessari un numero minimo di elementi;

  •  Gli elementi utilizzati aventi la stessa forma e grandezza in successione crescente o decrescente, garantiscono una migliore ripetitività di reazione;
  • Gli elementi più leggeri non devono precedere quelli pesanti soprattutto a metà percorso;
  • La policromia degli elementi consente un maggior effetto ottico;
  • L’originalità iniziale e finale degli elementi utilizzati mantiene l’attenzione e valorizza la realizzazione (calzino, vinile, libri …);
  • La scelta della lunghezza del percorso valorizza o inficia parzialmente la reazione;
  • La forza impressa per l’avviamento è fondamentale per la produzione della reazione.

Successivamente siamo entrati nel merito del fenomeno prodotto: abbiamo chiesto a ciascuno di loro di osservare, analizzare e descrivere il fenomeno di cui erano stati artefici, formulare ipotesi, trascriverle per poi costruire insieme la mappa mentale.
Costruita in meet la mappa mentale abbiamo avviato un vero e proprio processo di ricerca consultando internet e cercando di interpretare il significato di reazione e reazione a catena.

Qui ci siamo veramente divertiti con interpretazioni del quotidiano, dal spingere un muro e indietreggiare, dal ricevere e dare uno schiaffo …per poi procedere a ricercare analogie con fenomeni appartenenti alla realtà naturale e situazioni della vita quotidiana.
Ci siamo infine lasciati con questa definizione: “la reazione a catena può essere di due tipologie:

  • Reazione a catena controllata. Il sistema è in grado di controllare la reazione a catena, rallentando la sequenza di propagazione (o effetto valanga) del fenomeno.
  • Reazione a catena non controllata. Il sistema non è in grado di controllare l’effetto valanga della reazione che si verifica e si consuma in breve tempo.

Al rientro a scuola avremo molto su cui lavorare!

Tutto insegna e arricchisce; a settembre le competenze informatiche acquisite nella didattica a distanza ci consentiranno di favorire la didattica del quotidiano mantenendo la classroom per il confronto con i ragazzi, la realizzazione e fruizione di tutorial e materiali per il rinforzo e il recupero, la realizzazione di filmati e animazioni e ultimo ma non per importanza, i meet con le famiglie per tempi più flessibili e dedicati; maggior partecipazione.

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